Tra astensionismo e crisi delle Regioni

di Andrea Michieli – Da poche ore si è conclusa la festa della Repubblica, eppure, guardando alle recenti elezioni amministrative regionali, http://www.viagragenericoes24.com/viagra-comprar c’è il sospetto che il festeggiato sia l’unico scontento. Il popolo, a giudicare dall’astensionismo, non festeggia. La Repubblica nacque sotto il segno della democrazia di massa per allargare la partecipazione di tutti i cittadini; nacque sotto il segno delle autonomie e del pluralismo degli ordinamenti. Democrazia popolare e autonomie sono le vere sconfitte delle elezioni. leggi tutto Powered by WPeMatico

Misericordia, il tempo opportuno

Intervista con Carlo Molari di Gianni Di Santo – Francesco ha voluto dedicare alla misericordia l’Anno giubilare straordinario. «Per coloro che hanno fede in Dio il bene è più forte del male – spiega il teologo Carlo Molari a Segno, il periodico dell’Ac -. Ma perché il bene prevalga sulla terra deve diventare azione umana, gesto concreto di creature. Ecco perché penso che l’indizione» dell’anno santo «sia un’intuizione geniale. Tempi nuovi di speranza e di pace si prospettano dinanzi a noi sotto la luce di questa grazia». leggi tutto Powered by WPeMatico

Ina Soldato. Donna di Ac

di Rosario Fabio Oliveri – Laica nel mondo e per il mondo, donna di profonda spiritualità e di preghiera, Ina Soldato ha dimostrato con la sua vita come nel mutare dei tempi e delle situazioni è possibile portare la novità del Vangelo nel cuore della società. Lascia un’eredita di servizio al alla Chiesa che ne fa esempio di santità laicale. leggi tutto Powered by WPeMatico

Una ricchezza chiamata migranti

di Antonio Martino – Senza il contributo di chi viene dall’estero alcuni settori dell’economia sprofonderebbero nella crisi e anche per questo è ancor più necessaria una politica che interpreti in positivo le migrazioni. È questa la lettura di fondo che accompagna i dati del XXIV Rapporto Nazionale Caritas e Migrantes, presentato a Expo Milano 2015 nel corso del convegno “Migranti e Cibo, dallo sfruttamento lavorativo all’imprenditoria etnica”. Dall’esperienza maturata in tanti anni di servizio, Caritas e Migrantes hanno voluto raccontare quanto l’Italia e gli italiani ricevono dai migranti che hanno scelto o continuano a scegliere il territorio italiano come meta di emigrazione; descrivere i volti delle persone che si incontrano, dei nuovi cittadini che, pur non essendo italiani, contribuiscono attivamente a sostenere l’Italia ancora in difficoltà economiche e culturali. A presentare i dati, il presidente di Caritas Italiana, cardinal Francesco Montenegro e il direttore don Francesco Soddu, e monsignor Nunzio Galantino, Segretario generale della Cei. Tutti concordi nel sottolineare la necessità di attirare l’attenzione sul fatto che l’immigrazione non solo è un’emergenza, ma anche una ricchezza. «L’Italia è un crocevia di culture e la parte non italiana è indispensabile per i nostri territori. Più volte l’Europa è stata chiamata ai propri doveri e più che mai oggi parlare di immigrazione significa parlare di cittadini che sono in Italia da 30 anni, di altri che sono nati in Italia, di coppie miste e di migranti congiunti», ha sottolineato il card. Montenegro. Per mons. Galantino: «Il tema dell’immigrazione non deve essere liquidato a una lettura a compartimenti stagni, ma bisogna partire dalla carne dei poveri per promuovere il nuovo umanesimo contro la cultura dello scarto». In tal senso, «La Chiesa, con Caritas Italiana, si sente chiamata con urgenza ad offrire il proprio contributo. Essere a Expo serve a ricordare che c’è gente che come noi è venuta a parlare anche del fenomeno dei popoli migranti, che devono essere visti come un’occasione positiva di crescita». Il Rapporto Immigrazione descrive la situazione della mobilità internazionale e nazionale, per poi soffermarsi in particolare su due argomenti: il cibo come causa delle migrazioni e il cibo come occasione di sviluppo, guardando il migrante come persona attiva e propositiva in grado di dare e contribuire allo sviluppo del Paese. «Siamo qui ad Expo perché vogliamo offrire stili di vita equilibrati, pensando il cibo non soltanto come alimento del corpo ma anche come nutrimento dell’anima, attraverso la condivisione e la solidarietà»: così don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana. Gli fa ecco don Gian Carlo Perego, direttore generale di Migrantes nel sottolineare che «l’incrocio tra cibo e sviluppo, portato anche dai migranti, è un’occasione per mettere al centro “carità e verità”: la fame nel mondo ci aiuta a riflettere sul cibo come una risorsa da non sprecare e da condividere in modo significativo». Alcuni dati in sintesi: ad inizio 2014, si registrano in Italia 60.782.668 abitanti, di cui 4.922.085 stranieri, che rappresentano l’8,1% della popolazione totale. Questi ultimi, nel corso del 2014, hanno prodotto l’8,8% della ricchezza nazionale, pari a oltre 123 miliardi di euro. Numeri su cui riflettere e che ci dicono quanto la storia dell’immigrazione in Italia non sia solo caratterizzata da fenomeni emergenziali e negativi. Almeno negli ultimi trenta/quaranta’anni, la nostra storia nazionale è stata scritta insieme ai migranti, divenuti ormai parte integrante e strutturale dei territori, demograficamente attiva, economicamente produttiva, culturalmente vivace, e religiosamente significativa, indispensabile al futuro di un Paese altrimenti destinato a spegnersi inesorabilmente. Powered by WPeMatico

L'Azione Cattolica a Sarajevo con Papa Francesco

Sabato 6 giugno la città martire di Sarajevo accoglierà Papa Francesco, «un fratello messaggero di pace» che l’Azione Cattolica Italiana accompagnerà con la preghiera e un affetto del tutto speciali all’abbraccio con il cuore aperto, grande e ferito della Bosnia Erzegovina. A oltre vent’anni dalla terribile guerra, il Paese vive ancora le sofferenze e le difficoltà prodotte dal conflitto e dall’attuale contesto seguito agli accordi di Dayton, che di fatto hanno sancito la divisione etnica della Bosnia Erzegovina, in più oggi investita da una profonda crisi economica, politica e sociale.   Profondo e fraterno è il legame tra l’Azione Cattolica Italiana e la terra e la Chiesa di Bosnia Erzegovina. Iniziato nel lontano 1993 con la candidatura del bambini di Sarajevo al premio Nobel per Pace. Accogliendo il grido di Giovanni Paolo II (“Siamo con voi”), l’Ac italiana si impegna nella realizzazione di due progetti che ancora oggi proseguono e danno frutto: le scuole interetniche (“Scuole per l’Europa” – promosse dalla Chiesa cattolica e nate sotto i bombardamenti) che accolgono oggi oltre 4.000 studenti, cui sono legate le borse di studio universitarie per studenti in difficoltà non solo economica (un’iniziativa suggerita dal cardinale Vinko Puljić e dal vescovo ausiliare di Sarajevo mons. Pero Sudar che non hanno fatto mai mancare il loro affetto a tutta l’Ac) e i gemellaggi – oggi sono una ventina – tra una diocesi italiana e una parrocchia della diocesi di Sarajevo. Si può dire che nel tempo lo slogan “Mi smo s vama” (“Siamo con voi”) è divenuto lo stile con cui l’Ac italiana vive l’amicizia con la Chiesa sorella di Bosnia. Un’amicizia non priva di simboli ed emozioni. Nel 1997, durante la Messa presieduta da Giovanni Paolo II nello stadio Kosevo di Sarajevo (lo stesso in cui celebrerà papa Francesco) – presente una delegazione nazionale dell’Ac – Papa Wojtyla celebra con il calice regalatogli qualche mese prima all’udienza natalizia dai ragazzi dell’Acr, in segno di buon auspicio per il viaggio tanto desiderato.   C’è ancora un frutto prezioso. Da un anno circa un gruppo di giovani laici e sacerdoti bosniaci è impegnato a far nascere l’Azione Cattolica nel Paese. Anzi, “ri-nascere” dato che l’Ac in Bosnia Erzegovina era molto presente e radicata nel Paese tra le due guerre mondiali. L’augurio per tutti è che l’incontro di Papa Francesco con i fratelli e le sorelle di Bosnia Erzegovina possa rappresentare una nuova speranza di vita e di pace per questa cara terra, per la Chiesa martire e profetica che in essa sopravvive e lavora, e per un’Azione Cattolica ancora pronta e generosa nel dimostrare la sua vicinanza e la sua amicizia.   Un augurio di pace che idealmente lega il viaggio di Francesco a Sarajevo all’iniziativa “Un minuto per la Pace”, voluta dal Forum Internazionale di Azione Cattolica (Fiac), a un anno dall’incontro in Vaticano tra Papa Francesco, Shimon Peres e Mahmoud Abbas, per rilancia l’invocazione per la pace in tutto il mondo invitando lunedì 8 giugno, alle ore 13, a un minuto di sosta, silenzio e, per chi crede, di preghiera. Iniziativa che ha già raccolto adesioni dai cinque continenti. Powered by WPeMatico

AZIONE CATTOLICA
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