In concomitanza della solennità dell’Immacolata, l’8 dicembre ci apprestiamo a vivere la festa dell’Adesione all’Azione Cattolica Italiana. Una sovrapposizione che non è una semplice consuetudine calendariale e organizzativa: è un dialogo silenzioso e generativo tra due “eccomi” che esprimono la stessa disponibilità. Da un lato c’è il «sì» di Maria, che accoglie l’inatteso divino e lo rende parte della propria vita; dall’altro il «sì» di chi sceglie di appartenere all’AC, riconoscendo in essa un ambiente di crescita, un luogo di responsabilità ecclesiale e un’occasione per vivere la fede con continuità e concretezza.
Due “Fiat” in uno
Due “fiat” che provvidenzialmente si ricompongono in uno per manifestare a Dio e agli altri un gesto di accoglienza: «C’è spazio per te» — l’annuale tema associativo dell’ACR – che diventa anche l’espressione di un desiderio: «condividere» — il verbo associativo dell’anno — la bellezza e la fatica del vivere un cammino insieme su strade antiche eppure sempre nuove, dentro e verso un Noi più grande.
La bussola del cammino
Un cammino orientato dalla bussola della Trasfigurazione — icona biblica dell’anno — che invita a riconoscere la bellezza della presenza del Signore nel nostro vissuto («Signore, è bello per noi essere qui!») e al contempo suggerisce un equilibrio sottile: la necessità di saper sostare, di riconoscere la Luce per lasciarsi trasfigurare, ma anche quella di non rimanere bloccati in un entusiasmo che rischia di isolare dal mondo.
Una tensione feconda
Il Progetto Formativo dell’Ac mette un accento proprio su questa tensione feconda. L’essere fedeli al Vangelo in questo tempo implica la capacità di leggere il cambiamento e di abitarlo in maniera “dinamica”, evitando sia la nostalgia paralizzante sia l’adattamento abulico e acritico. Alla stessa stregua, essere nel mondo senza essere del mondo non significa coltivare un’identità alternativa o separata, bensì imparare a vivere una presenza sobria, con uno stile pacato e competente, capace di ascolto e dialogo costruttivo: elementi che l’esperienza associativa custodisce come parte integrante della propria missione, sia ad intra che ad extra.
Le relazioni non sono accessori
Perché l’altro non è mai un intralcio ma sempre una ricchezza. E le relazioni non sono accessori, ma parte integrante della crescita umana e spirituale. Come la comunità non vive selezionando o riducendo, ma includendo, formando e responsabilizzando. Così, la corresponsabilità che ne deriva non è un semplice impegno operativo, ma un atteggiamento interiore che ti spinge a riconoscere di avere un ruolo “singolare”, per piccolo che sia, nella vita della Chiesa e della società che deve essere capace di tradursi in carità concreta, vicinanza ai più fragili e impegno civile.
Un “patto” controcorrente
Ed allora, all’orizzonte di questo nostro contesto attuale, così spesso caratterizzato da individualismo, chiusura e frammentazione sociale, l’Adesione si staglia rivelandosi per ciò che è essenzialmente: un “patto” controcorrente di partecipazione alla vita ecclesiale e alla realtà sociale. Ovvero, un modo concreto di affermare che la fede cristiana, per essere vitale, energica e gioiosa, ha bisogno di persone che nella fraternità in Cristo, la sostengano, la rendano operosa, la interpretino alla luce della Sua parola che irrompe nella storia di ogni giorno.
* Delegato regionale

