FUORI PORTA … PER ABITARE E COSTRUIRE TUTTE LE COMUNITA’

di Maria Rosaria Attini*

Il 20 luglio scorso si è concluso il campo nazionale del settore adulti presso il Centro Vacanze Oasi Carpineto (Ascoli Piceno). Sono stati quattro giorni intensi e ricchi durante i quali, grazie agli interventi dei diversi relatori intervenuti, abbiamo riflettuto su come l’adulto debba abitare e costruire le comunità: ecclesiale, civile, sociale e digitale. Si pensa che l’azione del costruire sia precedente a quella dell’abitare, ma non è così. L’adulto deve abitare la comunità mentre si spende per costruirla, facendo attenzione a due rischi: l’ansia costruttiva: costruire qualsiasi cosa, anche l’inutile; e l’ansia restaurativa: seguire solo il “si è sempre fatto così”.

Il verbo che accompagnerà il prossimo anno associativo è condividere, che è sinonimo di “vivere in comunità”, dunque siamo chiamati ad uscire dai nostri confortevoli confini associativi per abitare la comunità in tutte le sue forme e in ogni suo aspetto. Oggi non è più sufficiente osservare e comprendere la realtà, è necessario abitarla responsabilmente da adulti consapevoli, convinti che tutto questo ci riguarda direttamente. I vice-adulti nazionali, Paola Fratini e Paolo Seghedoni, hanno sottolineato che la responsabilità che ci assumiamo per creare comunità deve essere personale, condivisa e relazionale.

L’adulto, allora, è chiamato ad abitare le relazioni che costruisce con i coetanei e con le altre generazioni, è colui che sa prendersi cura di chi e di ciò che lascerà. La società oggi ci addestra alla paura, ci indottrina a doverci costantemente difenderci da “Il Nemico”, impedendoci così di riconoscere l’umanità degli eventi, delle situazioni e dei contesti. Conseguenza di tutto questo è non prendere posizione rispetto a quello che accade intorno a noi, non assumere un atteggiamento critico rispetto alle informazioni che subiamo. Siamo portati a nutrire e salvaguardare il concetto di identità, ma dietro di esso può celarsi un pericolo: la radice della parola “identità” è “identico” e questo ci spinge a vivere come minaccioso tutto ciò che è percepito come diverso. Il senso di identità andrebbe sostituito con il senso di appartenenza: ognuno di noi, nessuno escluso, è parte di qualcosa o di qualcuno.

Pierluigi Vito, giornalista professionista di Tv2000, ha evidenziato quanto sia diffuso oggi l’information overloading, ovvero il sovraccarico cognitivo, a causa del quale ci raggiungono un numero sproporzionato di informazioni, tanto da non essere in grado di fare una scelta e/o di prendere una posizione. È necessario ricostruire il Noi, perché solo insieme possiamo sostenere questo sovraccarico, reciproci samaritani in questa era digitale. Deve confortarci il fatto che in questo processo non siamo soli, perché Cristo ci precede sempre.

Mons Palmieri, arcivescovo di Ascoli Piceno, ci ha ricordato che il cammino della Chiesa deve essere quello degli Atti degli Apostoli: riunire tutti, anche quelli scomodi e lontani, ascoltare la Parola, ascoltarsi reciprocamente, ascoltare i segni dei tempi e fare discernimento della volontà di Dio; questo processo potrebbe permettere alla Chiesa di fare un enorme salto spirituale. È il tempo di rispondere alla violenza che ci arriva costantemente e di fermarla attraverso la “rivoluzione della tenerezza e la mistica della fraternità”: vivere la relazione con l’altro come un luogo dove si incontra Dio.

Il presidente Notarstefano ci ha incoraggiato ad abitare la complessità del nostro tempo, ad empatizzare con le sue ferite e ad accogliere le differenze e il pluralismo. Questa complessità esige la comunità, richiede la tessitura di alleanze, che facciano emergere il bello che c’è e che sappia interpretarlo. L’adulto deve lavorare sull’incompletezza, deve farsi tessitore di dialogo intergenerazionale, perché la sua pienezza non è nella ministerialità, ma nella sua capacità di fare sintesi della complessità. Ritorna il tema della Politica, tema originario dell’AC, abitare e costruire la comunità significa orientarla al bene comune, ritrovare la via faticosa della democrazia, che poi è quella della partecipazione.

* incaricata regionale per il Settore adulti

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