“Capire per scegliere”: i quesiti referendari dell’8 e 9 giugno

di Gianluca Argenti*

Lo scorso 26 maggio, nel Salone della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria di Castellaneta, si è svolto un incontro di approfondimento con l’obiettivo di facilitare la comprensione dei quesiti del referendum abrogativo su cui i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi i prossimi 8 e 9 giugno.


L’incontro è stato concepito dal Consiglio diocesano di Azione Cattolica per offrire a tutti, non solo agli aderenti di AC, un momento di confronto su questioni ritenute essenziali nei processi di partecipazione, esercizio della cittadinanza attiva, realizzazione del bene comune, oltre che occasione di formazione associativa per gli stessi laici di Azione Cattolica.


La presentazione degli argomenti è stata affidata a Maria Teresa Coratella, avvocato civilista, amica del “Forum di Formazione all’Impegno Sociale e Politico” della Diocesi Andria e componente dell’associazione di promozione sociale “Cercasi un fine”, la quale ha permesso ai presenti di capire meglio la sostanza dei cinque quesiti di cui il referendum si costituisce, fornendo uno spaccato preciso e completo sulle materie oggetto dei quesiti stessi: lavoro e cittadinanza. Ha illustrato sapientemente le ragioni dl SI e del NO, attraverso un excursus sulle diverse fasi storico-temporali che hanno condotto alla formulazione di questo referendum e chiari richiami alla normativa vigente di riferimento.


L’incontro ha visto una partecipazione numerosa e attenta, di tanti giunti preparati a questo appuntamento, che hanno posto domande e condiviso idee e riflessioni, contribuendo ad animare il dibattito.

Sebbene soddisfatti della buona riuscita di questo momento, scaturita dal plauso e dai riscontri positivi dei convenuti, non si nascondono, tuttavia, le perplessità generate dalla lettura su Facebook di qualche commento di critica rivolto all’iniziativa, con chiare allusioni a tentativi di ingerenza della Chiesa locale sulla vita politica. Una dinamica questa che non può non far riflettere ed interrogare tutti su quanto, oggi più che mai, sia necessario rifocalizzare l’attenzione sul ruolo e sul compito del laico cristiano in Politica, quella con la P maiuscola, per citare Papa Francesco, sia come elettore sia come cittadino. Recita la Gaudium et Spes, al cap. 75: “Tutti i cristiani devono prendere coscienza della propria speciale vocazione nella comunità politica; essi devono essere d’esempio, sviluppando in sé stessi il senso della responsabilità e la dedizione al bene comune, così da mostrare con i fatti come possano armonizzarsi l’autorità e la libertà, l’iniziativa personale e la solidarietà di tutto il corpo sociale, la opportuna unità e la proficua diversità”. E a proposito dell’importanza dell’esercizio del voto, la stessa Costituzione Pastorale sostiene che per il cristiano il voto non è solo un diritto, ma un dovere, un dovere cristiano: “Si ricordino perciò tutti i cittadini del diritto, che è anche dovere, di usare del proprio libero voto per la promozione del bene comune”.

*Presidente diocesano della Diocesi Castellaneta

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